HANNO DETTO DI LUI…

Innumerevoli, durante tutta sua  la vita, sono state le attestazioni di stima e di affetto che gli sono state tributate. Alcune sono venute da parte di personaggi famosi nel mondo della Cultura  ed altre da uomini meno noti. Quì ne presentiamo alcune. Altre testimonianze verranno aggiunte appena disponibili. Si ricorda che tutto il sito rimarrà in evoluzione e suscettibile di migliorie fino al suo completamento definitivo. A tutti i contributi che perverranno verrà dato credito su queste pagine.

 

HANNO   DETTO   DI   LUI…

Arturo Toscanini – Direttore d’orchestra


“E’ il tenore che amo di più perchè canta senza smancerie!!”

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 Victor De Sabata  –  Direttore d’orchestra

Di Stefano, Victor De Sabata e Renata Tebaldi


“Le Sue interpretazioni ricordano i più grandi attori di prosa, e penso a Moissi, Zacconi e Benassi .”

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SIR Rudolf Bing   –  Sovrintendente del Metropolitan di New York

“Uno degli artisti più bizzarri con cui ho avuto a che fare al Metropolitan, era anche uno degli artisti più ricchi di splendide qualità. Durante il mio anno d’osservazione il momento più emozionante fu nell’ascoltare il suo diminuendo nel “DO ALTO” di SALUT DEMEURE” del FAUST, un suono di una bellezza indimenticabile!!”

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Gianandrea Gavazzeni – Direttore d’orchestra

“A proposito del linguaggio conversativo pucciniano il più grande interprete di questa arte è stato Giuseppe Di Stefano. Come pronunciava Lui l’ultima frase di Boheme: “cos’è quell’andare e venire …quel guardarmi così!”. Era da brivido. Non ho mai sentito nessuno toccare un’intesità drammatica paragonabile alla Sua.”

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Maria Callas – Artista lirico

“To my one and only collegue” – “Al mio solo ed unico Collega”

Dedica su foto autografata.

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José Carreras  – Artista lirico


“..Penso che tutti siamo d’accordo del fatto che Giuseppe Di Stefano sia stato uno dei più grandi cantanti della storia. Personalmente, penso che sia stato il più grande, non solo per la sua straordinaria voce e il suo talento, ma soprattutto per il modo in cui riusciva col suo canto a coinvolgere tutti noi trasmettendoci le sue emozioni ed i suoi sentimenti. Permettetemi di dire che quello che ho sempre provato per Lui non è stata solo ammirazione, ma devozione. Ho sempre cercato di dare al pubblico quelle emozioni e quei sentimenti che ho sempre sentito ascoltando Pippo. Ancora oggi ascolto ogni giorno la sua meravigliosa voce ed il suo meraviglioso modo di cantare. “Anche adesso, ci sono due cose che cerco di fare ogni giorno: ascoltare il ‘Concerto numero 2 per pianoforte’ di Rachmaninov e la voce di Giuseppe Di Stefano». Di Stefano? Tutti i giorni? «Sì, ho uno stereo in bagno e ascolto Pippo ogni mattina, mentre mi faccio la barba: era il più grande di tutti i tempi. Era molto poco tenore, almeno nell’aspetto: voglio dire che lui non indossava le scarpe di vernice. Di Stefano ha cambiato il mondo della lirica, lo ha sdrammatizzato. Era capace di parlare male di se stesso, ed è stato uno dei primi a farlo. Negli anni 50 o 60 non succedeva spesso, perlomeno nel nostro ambiente».”   (Corriere della Sera  05/10/2018)

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Carlo Bergonzi – Artista Lirico


“Come Riccardo preferivo, quando era in voce, Giuseppe di Stefano per l’estensione, la comunicativa, la simpatia verso il pubblico, perché sentiva quello che diceva e trasmetteva. Poi bravo Carreras, bravo Tucker, anche se un po’ freddo, ma non sono all’altezza, per me, del primo Di Stefano. Era la più bella voce da tenore che ho mai sentito. Lo ascoltai in un Faust al Metropolitan: con un Do smorzato a zero, fece impazzire il pubblico. Un applauso così per un tenore non c’è mai più stato. E’ passato alla storia.”

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Magda Olivero – Artista Lirico


“Io l’ho adorato. La sua voce era una carezza, un sogno … Non era solo voce era anima, aveva trovato nella voce un modo di affascinare.”

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Mafalda Favero – Artista Lirico

“E’ stato il più grande del secolo!!!”

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Luciano Pavarotti – Artista Lirico

Giuseppe Di Stefano Jr e Luciano Pavarotti

“La Sua voce è musica , anzi  la musica. E’ il mio modello. Mi piace il suo cantare aperto, l’emissione perfetta, lo straordinario calore della sua voce in ogni registro e dico una cosa, quando è in stato di grazia, non c’è nessuno che possa rivaleggiare con Lui.”

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Franco Corelli – Artista Lirico


“Rendeva vero quello che diceva, non sparava note, esprimeva il canto !!”

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Monserrat Caballe’ – Artista Lirico

“Era un cantante che era un artista; cantanti ce ne sono tanti, ma artisti pochi!!”

ADRIANA  MALIPONTE   (CANTANTE LIRICA)
Che se amo il bel canto per il quale ho vissuto rappresentato e VIVO , non posso non amare Giuseppe Di Stefano. Come potrei ? Il mio Rodolfo al Teatro alla Scala in aprile 1971 nella Bohême (subito dopo i mio debutto a MetropOLITAN  di N.Y nel marzo 1971)sempre in Mimi ma quella volta con Pavarotti. !

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ALFREDO KRAUS – Cantante Lirico

Su Di Stefano disse :  ” Non si poteva cantare meglio ”

Giancarlo Landini – Critico Musicale

“…Non penso sia esagerato dire che Giuseppe Di Stefano fu la più bella voce di tenore ascoltata nel dopoguerra. Bella per consistenza, per calore e per quell’entusiasmo di emissione che la caratterizzava in ogni interpretazione… Voce naturale, spontanea, con tutto il calore del sole dela sua Sicilia, Di Stefano ha lasciato, nella storia del canto, una cifra che non potremo dimenticare.”

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Giampiero Tintori  –  Critico Musicale

“…All’epoca della sua comparsa sulle scene, nell’immediato dopoguerra, Giuseppe Di Stefano possedeva una delle più belle voci di tenore che siano mai udite in questo secolo. Per trovare un timbro tanto intrigante bisogna tornare alla voce di Giuseppe Anselmi. Voce latina nel senso più puro del termine, intensa e vibrante, morbidissima e sensuale di una sensualità elegante e signorile, di una signorilità innata, senza alcuna affettazione e senza enfasi. All’occasione era capace di scatti virili, di incisività, di un fraseggio nervoso, affascinante e carismatico, che la dizione penetrante e scandita rendeva elettrico…”;

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Giulio Gonfalonieri   –  Critico Musicale

“…Giuseppe Di Stefano ha ripetuto uno dei tanti colpi della sua straordinaria carriera. Accusato di imprudenza per voler affrontare il ruolo di Calaf, ha smentito tutti gli avvocati del diavolo e sia con la bellezza umana, solare della sua voce, sia con la forte intelligenza e il singolare fascino di attore, ha finito per conquistare tutti.”

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Roberto Bellotti –  Ingegnere  –  Musicologo –  Critico Musicale –  Scrittore“…Giuseppe Di Stefano è stato il cantante-tenore più grande degli anni del dopoguerra. Erede naturale, in linea diretta, di Enrico Caruso e Beniamino Gigli. Partner ideale di Maria Callas, è stato un beniamino del Teatro alla Scala, dove ha eseguito 26 opere per un totale di 185 recite. Nel mondo, ha conseguito consenso critico e popolare in un panorama vocale di personaggi sia del versante lirico leggero che eroici drammatici, senza eludere nessuna esperienza. Il suo modo di cantare ha sempre esaltato il colore elegiaco di un timbro vocale caldo, pastoso e vellutato d’incomparabile bellezza. Gli stessi suoi colleghi lo definiscono la più bella voce che mai sia apparsa nel firmamento tenorile o comunque dell’intera generazione pre e post-bellica. A questo bisogna aggiungere la generosità e la luminosità solare che fanno di lui un grandissimo della storia del canto.”

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Mario Pasi  – Critico Musicale

“…Tempi indimenticabili, quelli in cui potevano ascoltare la voce di Giuseppe Di Stefano – da siciliano, non poteva non essere “Pippo” – alla Scala e negli altri teatri del mondo. Tempi, perché intensi di passione, belli e ricchi. Sembra un mondo lontano, e invece è lì, dietro la prima porta, vitale e generoso. Così era Di Stefano tenore, generoso nella voce, nel cuore, generoso e avventuroso. Le falangi dei fans di Di Stefano avrebbero compiuto gesta clamorose, pur di sentirlo dal vivo. La parola non ci piace, ma egli era davvero un “divo”. Egli visse e cantò nel periodo più glorioso, non lo diciamo per nostalgia, ma per convinzione, dell’opera italiana. E’ parte della nostra storia e delle nostre passioni.” 

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Laura Padellaro – Critico Musicale

“…Oggi sulla voce d’oro di questo tenore si affaccendono i critici musicali con la perentoria certezza degli storici. Ma non dicono cose giuste. Io non credo, a dispetto dei sapienti, che si possa cantare magnificamente come ha cantato Di Stefano solo per virtù naturale. Non c’è bella voce che tenga: se uno canta male anche la più fortunata delle voci sembra brutta.”

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Renzo Allegri – Giornalista, scrittore e critico musicale

“Di Stefano è sempre stato un personaggio scomodo, nel senso che non si è mai piegato di fronte a nessuno. Aveva una personalità forte ed estremamente indipendente, ma il suo comportamento è sempre stato leale e molto civile. Non ha mai fatto il “tenore”. Amava dire:  “Io sono un uomo che per divertirsi ha anche cantato”. Ha polemizzato con direttori d’orchestra, con colleghi cantanti, con i critici. Nella sua carriera ha avuto alti e bassi. E’ stato sommo, inarrivabile. E poi è caduto, ancor giovane, in difficoltà vocali tremende. E allora i suoi nemici gli sono saltati addosso godendo di vederlo nella polvere. Lo hanno criticato, inventando cause assurde del suo crollo che per anni ha dovuto portarsi dietro. Ma adesso, a distanza di tanto tempo, è possibile tracciare un bilancio sereno. Ormai le polemiche sono acqua passata. Solo coloro che non capiscono niente di musica insistono in quelle critiche, che non hanno proprio nessun senso. Giuseppe Di Stefano fa parte della storia della musica. Su questo non ci sono dubbi. E della Storia della musica con la S maiuscola. Tra le grandi voci del nostro secolo, occupa un posto di primaria importanza. Per certi versi è stato un tenore unico. Anche perchè la bellezza della sua voce si è sempre accompagnata a una stupefacente chiarezza declamatoria e interpretativa, come raramente è dato incontrare. Il suo fraseggiare, il suo porgere, sia nelle arie come nei recitativi, era spontaneo, naturale, perfetto, degno di un attore di prosa. <<In palcoscenico io “recito cantando”>>, affermava con orgoglio  quando era in carriera, e nessuno lo faceva con l’eleganza e la magia che aveva lui. Di Stefano è nel cuore di tutti gli appassionati  di canto. Pensando a lui, si immagina una voce, bella come nessun’altra, libera e fresca come quella di un eroe, che se ne va, ineffabile, nell’aria. Nelle opere liriche, come nelle canzoni, trascinava in un mondo di emozioni indimenticabili. Di Stefano è stato una leggenda. Ed è ancora un mito. Anche perchè ha avuto la fortuna di essere protagonista di un evento unico nella storia della musica: cantare spesso in coppia con Maria Callas, formando con la “divina” un “duo” irripetibile. Pippo e Maria erano due geni del palcoscenico. Due personalità forti e incoercibili, che, messe insieme, formavano una miscela esplosiva, dalla forza artistica incalcolabile. Chi ha assistito allo loro opere negli anni Cinquanta sa che un miracolo del genere non succederà mai più. Ma, per fortuna, le loro interpretazioni, ancora diffuse in milioni di Cd, continuano a stupire ed emozionare il mondo.”

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Enrico Stinchelli – Critico Musicale

LA PREGHIERA DEL TENORE

“Buon Dio, Padre onnipotente..Tu che hai la voce di Gigli, Caruso, Pavarotti e Kraus messi insieme, TU CHE SEI DI STEFANO, ascolta la supplica di questo misero peccatenore. TU che vedi tutte le nefandezze del mondo e che le perdoni dall’alto della Tua infinità bontà; Tu che hai sopportato la voce di Morino, Tu che hai letto e perdonato Celletti, Tu che hai ascoltato con benevolenza la Manon di Villazon, il Fidelio di Kaufmann e l’Otello di Cura, Tu che hai benedetto la gola di Luciano e il naso di Placido, ascolta la Supplica del penitente.
Fa sì che i microfoni non entrino definitivamente nei teatri; concedi un Fus più alto ai medesimi; manda in Cielo i sovrintendenti e i direttori artistici ladri e corrotti, affinché proni davanti al Tuo trono facciamo ammenda dei loro peccati.
Buon Dio, Padre onnipotente..TU CHE SEI DI STEFANO…dammi la dizione di Pippo, il fraseggio di Alfredo, gli acuti di Mario (DEl Monaco, Filippeschi…fai Tu), il do di Franco (Corelli, Bonisolli…fai Tu), la mezzavoce di Schipa, il falsettone di Gigli, il fa sopracuto di Celso o di Gregory, il fiato di Carlo, la faccia tosta di Placido, i soldi di Luciano.
Tu che sei Di Stefano e che non sarai mai Blake, fa sì che l’Opera non muoia, assorbita e fagocitata da un villaggio globale che la tritura e la umilia; fa sì che le nuove generazioni capiscano cosa si perdono nell’ignorarla; illumina le menti dei genitori e dei politici, spesso ottenebrate dall’Ignoranza e dal Potere.
Buon Dio, TU CHE SEI DI STEFANO DEL 1953 (QUELLO DELLA TOSCA CON DE SABATA), TU che filavi il do nel “Faust”, TU che duettavi e duetti tutt’ora con Maria Santissima in Paradiso, Tu che hai regalato gioia e vita a tutti noi, abbi pietà di me e di tanti e, se riesci, perdona pure questa preghiera un pò blasfema ma molto sincera.”   Enzo Stinchelli   14 novembre 2009 alle ore 12:11

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Grande Enciclopedia della Musica Lirica – Longanesi

“..il fascino del colore, luminoso e sensuale insieme, e la generosità emotiva di Di Stefano, valsero a circondarne la carriera di un alone di mito ottenendogli, più spesso che non si creda o non si voglia, onori meritati. Fu così protagonista di spettacoli memorabili……. nell’agone del vocalismo odierno e allo charme di uno strumento mai o raramente così malioso e di sì bruciante accento, chi oggi si è rifatto, con maggiore accortezza tecnica forse, all’esempio del tenore siciliano non ne ha comunque potuto ripetere proprio l’unico tratto d’elezione congenito, quel misto di sensualità latina e di malinconia lunare, di tenero e spavaldo che gli spettatori della leggendaria Manon scaligera ben rammentano, e che nessuno ha mai raggiunto, con franchezza, neanche nei momenti più prestigiosi.”

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